Non c’era riuscita la peste nera del 1348 né quella del 1743.
Laddove questi grandi eventi erano passati senza che me ne rendessi conto ecco che un banale colpo di freddo mette KO il mio antivirus personale.
Molto probabilmente tutto ha inizio giovedì in palestra: dopo aver sudato copiosamente mi attardo un po troppo per asciugarmi e venerdì ne incomincio a subire gli effetti: spossatezza, raffreddore … e un senso di rimbambimento superiore al solito!
Il picco è nel week-end quando la febbre è così alta che il condominio decide che può risparmiare e spegnere il riscaldamento.
Sono giorni felici quelli, il mio elefante rosa immaginario mi vene spesso a trovare e con lui chiacchieriamo per ore. Io uso una lingua che prima non conoscevo e che, sfortunatamente, ora ho nuovamente dimenticato.
Dormo passando da un senso di freddo polare (nonostante il piumone e vari altri strati protettivi) a caldo infernale ma alla fine, piano piano, ne esco fuori.
Mentre la febbre si calma ecco arrivare la bronchite e così scopro la nuova vocazione del mio corpo: produttore di muco e catarro a livello industriale.
Bene, anche questa fase sta terminando e a breve potrò tornare alle mie occupazioni di sempre e a pieno regime …
Certo, una lezione l’ho imparata: la mia palestra è troppo impegnativa per me.
Per fortuna ne ho appena ordinata una nuova con cui dovrei trovarmi meglio: