La stanchezza del viaggio incomincia a farsi sentire per cui il primo giorno a XiamenW ci alziamo con comodo e decidiamo di dedicare la calda giornata che ci si presenta alla visita dell’isola di Gulang Yu, una piccola isoletta di circa 2 chilometri quadrati per 20.000 abitanti che si trova a 5 minuti di traghetto dal porto di Xiamen.
Arrivati con un taxi al porto impieghiamo un pò per capire da dove parte il traghetto ma alla fine riusciamo ad imbarcarci e 5 minuti dopo arriviamo sull’isola. La troviamo molto carina e sia le case che l’aspetto naturalistico sono affascinanti così decidiamo, anche a causa del gran caldo, di prendere una piccola auto elettrica per fare il giro completo dell’isola.
A sera, sulla strada del ritorno, capitiamo casualmente in un caratteristico mercato di generi alimentari e a cena, colti dalla nostalgia per i cibi occidentali, ceniamo in un Pizza Hut.
Il giorno successivo è dedicato alla visita dei villaggi Hakka. Si tratta di villaggi fortificati abitati in prevalenza da una stessa grande famiglia. Sapevo della loro esistenza già da tempo grazie ad un documentario visto in televisione e per tanti anni mi era rimasta sempre la curiosità e il desiderio di vederli e così, il secondo giorno a Xiamen, finalmente il desiderio diventa realtà!
L’appuntamento con il bus è alle 7:20am davanti all’albergo ma già alle 7:00 riceviamo la chiamata di un tizio che parla solo cinese e che supponiamo essere qualcuno legato all’organizzazione della gita poichè il giorno prima avevamo lasciato il nostro numero alla tizia che aveva preso la nostra prenotazione. Essendo ancora in stanza non riusciamo a passarlo a nessuno che ce lo possa tradurre e così dopo alcune incomprensibili frasi in cinese il tizio attacca. Dopo 10 minuti il tizio chiama nuovamente ma questa volta siamo veloci e lo passiamo alla ragazza della reception che ci dice che il tizio ci aspetta in fondo alla via dell’albergo sul lato destro della strada. Usciamo e arriviamo dove ci era stato detto ma non troviamo nessuno. Dopo aver aspettato un pò torniamo all’albergo e chiediamo alla ragazza della reception la cortesia di chiamarlo per noi e dopo averci parlato ci riferisce che ora è effettivamente arrivato e che possiamo andare.
Rifacciamo tutta la via senza trovare nuovamente nessuno. Un pò seccati torniamo ancora in albergo e chiediamo, nuovamente, alla signorina la cortesia di chiamare il tizio per dirgli se può venire lui davanti all’albergo – come erano gli accordi iniziali – e così lei lo chiama e gli trasmette il messaggio. Aspettiamo un pò in albergo – oramai sono le 8:00 – uscendo, di tanto in tanto, a vedere se è arrivato qualcuno e a rifare – nuovamente – tutta la via ma senza successo: del tizio non c’è traccia!
Torniamo nuovamente in albergo e la signorina della reception si avvicina e ci dice: “Ah, ma non ve l’avevo detto? Il tizio mi aveva detto di riferirvi che è in ritardo!”
Ci tratteniamo dallo strozzarla e ci sediamo nuovamente finché alla fine, alle 8:20, il tizio ci viene a recuperare!
Facciamo una oretta di bus che si ferma all’andata (ma lo farà anche al ritorno) in una catapecchia di legno sperduta nel nulla per darci l’opportunità di comprare qualcosa da mangiare (noi prendiamo delle ottime banane secche) e alla fine arriviamo ai villaggi Hakka. Con una prima fermata li osserviamo dall’alto e lo spettacolo che ammiriamo è bellissimo. Osserviamo un gruppo ravvicinato di villaggi nei quali si nota l’operoso via vai dei loro abitanti. Successivamente facciamo altre due fermate e li visitiamo dall’interno. In uno dei due mi intrufolo, non visto, ai piani superiori per scattare qualche foto e osservare le case più da vicino.
Arriviamo a sera che siamo abbastanza distrutti per cui entriamo nel primo ristorante carino che troviamo nella zona centrale ma incontriamo serie difficoltà a farci capire con il cameriere. Alla fine, grazie a Google Traduttore sul pc del proprietario, riusciamo a farci capire e ad ordinare la cena che, però, non ci fa impazzire.
Il terzo, e ultimo, giorno andiamo a visitare un bellissimo Tempio Buddista, il Nanputuo Temple. Il tempio è circondato da un lato dal mare e dall’altro dal picco Wulao. E’ una vasta area verde all’interno della quale sorgono bellissimi templi, giardini, fontane e un ristorante vegetariano nel quale decidiamo di mangiare. Il menu è fisso e va pagato prima in una piccola biglietteria fuori dal ristorante stesso – cosa che non è stato facile capire – ma una volta seduti la fatica viene abbondantemente ripagata. Tantissimi piatti a base di soia, alghe, tofu, azuki e altre verdure deliziano e soddisfano il nostro palato.
Usciamo satolli e un pò barcollanti e decidiamo di dedicare le ultime ore a Xiamen alla visita del Hulishan Fortress nel quale si trovano enormi cannoni e nel quale assistiamo ad una simpatica rivisitazione storica mangiando ghiaccioli al mais.