Il viaggio in treno è tanto bello, lussuoso e piacevole quanto scomodo, complicato e “umido” il breve tratto dalla stazione dei treni di Nanchino all’ostello.
Arriviamo in stazione che è oramai tarda sera e ad attenderci c’è una bella e scrosciante pioggia che annulla la visibilità rendendo il mondo, oltre l’uscita dal terminal, sfocato e indefinito.
I taxi sono pochissimi e non vogliono usare il tassametro tentando di imporre dei prezzi esorbitanti così provo ad allontanarmi dalla stazione per prenderne uno di passaggio ma tutti quelli che passano hanno già il loro carico umano e mi ignorano per cui l’unica cosa che rimedio è una bella doccia.
Tornato sotto la tettoia della stazione decidiamo di spostarci con la metro per raggiungere un posto più vicino all’ostello ma, soprattutto, fuori dal monopolio dei tassisti della stazione. Usciamo in una stazione scelta a caso e rimaniamo ad osservare per un pò il grande incrocio davanti a noi sperando di veder passare un taxi da prendere al volo. Dopo un pò di tempo trascorso senza aver ottenuto dei risultati decidiamo di passare al Piano B: mi piazzo quasi in mezzo alla strada e cerco di rendermi maggiormente visibile ai tassisti. Ad un certo punto la fortuna ci sorride: una tassista scarica il suo cliente a pochi metri da me e io gli piombo in auto. Per qualche minuto discutiamo animatamente, ognuno nella propria lingua, (intuisco che la signora non voleva prenderci) ma alla fine cede e torno a prendere i bagagli (con il terrore che la tassista mi scappi) che in poco tempo stipiamo nell’auto. La tassista alla fine ci lascia vicino all’ostello ma non proprio davanti perchè non conosce la via e così dopo un’altra doccia e un pò di fatica lo riusciamo a trovare. Lasciati i bagagli in stanza torno alla reception per completare la registrazione e incontro Vera, una ragazza cinese e curiosa che mi attacca un colossale bottone e mi chiede di accompagnarla a comprare dei ravioli per cena. Dopo un’ora, in cui la tipa tenta di accodarsi a noi per visitare la città il giorno dopo, riesco a liberarmene.
La mattina del primo giorno lo dedichiamo alla ricerca dei biglietti del treno per Pechino. Nonostante il buon anticipo sembra che non ci siano posti disponibili ma pagando un sovrapprezzo di 80 Yuan questi spuntano magicamente fuori!
Decidiamo di passare il resto della mattinata andando a visitare il Palazzo Presidenziale ma i taxi non passano per cui seguendo le indicazioni della guida ci andiamo in metro scoprendo, con orrore, che ci sono 30 minuti buoni di passeggiata da fare dalla fermata della metro al Palazzo. La passeggiata, in altre situazioni piacevoli, diventa una tortura poichè piove ancora a dirotto e io sono in infradito poichè le mie scarpe sono rimaste fradicie in albergo.
Quel giorno non riusciamo ad arrivare al Palazzo, la pioggia aumenta di intensità e decidiamo di ripiegare su una cosa da vedere al chiuso per cui andiamo al Museo di Nanchino. Consigliati ancora dalla guida prendiamo una metro e poi, dopo una attesa di 20 minuti, un bus ma una volta davanti al museo scopriamo che esiste anche una fermata della metro proprio davanti all’ingresso.
Il museo si rivela essere molto bello ma alle 16.30 chiude e così ci ritroviamo nuovamente fuori sotto la pioggia. Decidiamo, quindi, per un giro dei centri commerciali e così arriviamo con il bus in una grossa piazza dove si affacciano 4 grandi palazzoni, di 8 – 10 piani ciascuno, pieni zeppi di negozi. In uno di questi compriamo un paio di scarpe di buona qualità a meno di 10€ e ceniamo in un ristorante fusion.
Il secondo giorno ci svegliamo presto e scopriamo che, fortunatamente non piove più, così ne approfittiamo per fare un tour “japanese style” della città (ovvero 100 attrazioni in 100 minuti) muovendoci con i taxi.
Iniziamo andando subito al Palazzo del Presidente, l’edificio ci piace molto e al suo interno troviamo una ricca collezione di foto storiche.
A metà mattinata siamo al tempio di Confucio (Fuzimiao) nel quale ascoltiamo prima un breve concerto di alcuni ragazzi che suonano strumenti antichi e poi ci aggiriamo per i padiglioni del tempio. La piazza principale con la statua di Confucio è bellissima e ne approfittiamo per riposarci un pò ammirando il panorama. Quando arriva la fame decidiamo di mangiare nelle vie turistiche limitrofe al Tempio di Confucio in un ristorante a buffet.
Finito di mangiare corriamo a vedere il museo del Massacro di Nanchino. E’ una struttura caratterizzata da spazi enormi, lapidi, obelischi, muri e statue sulle quali a grandi lettere d’oro vengono riportate frasi che colpiscono dritto al cuore, marmi neri e fiaccole. In un padiglione coperto si trova una enorme fossa comune piena di scheletri: sono alcune delle vittime del massacro, civili e soldati trucidati nel 1937 dall’esercito giapponese. L’atmosfera è molto forte e ne usciamo con il cuore colmo di tristezza.
Nel pomeriggio andiamo alla Montagna Purpurea dove si trova lo storico osservatorio astronomico. Per arrivarci ci inerpichiamo a piedi su per la montagna per quasi 2 ore ma arriviamo che l’osservatorio è chiuso e non ci resta che fare una passeggiata nelle vie alberate limitrofe.
Concludiamo la serata tentando di mangiare da qualche parte. Nel primo ristorante in cui andiamo e che si trova in una zona turistica piena di luci sfavillanti troviamo un tizio che è a cena con un gruppo di amici e che ci invita ad andare al suo tavolo ma decliniamo l’invito e scappiamo. Gli altri ristoranti in cui ci sarebbe piaciuto andare li troviamo chiusi così alla fine torniamo all’ostello e andiamo a mangiare in un posto nei suoi pressi. Per ordinare indichiamo – al solito – i cibi ma con qualche difficoltà ulteriore perchè la tizia, nonostante gli indicassimo la portata desiderata, non ci capisce ma alla fine riusciamo comunque a mangiare qualcosa.
Il nostro breve soggiorno a Nanchino ha termine e si parte con il nostro ultimo hard sleeper per Pechino.