Sarebbe dovuta essere una giornata tranquilla: qualche ora di permesso per andare a fare una visita di controllo dall’oculista e poi in ufficio a lavorare maaaaa … la grande macchina della sfiga fantozziana stava preparandosi a dare il suo meglio!
Esco con buon anticipo rispetto all’appuntamento con l’intenzione di andare a piedi dall’oculista per evitare di dover guidare, dopo, con le pupille dilatate dall’atropina e decido di passare, comunque, alla macchina con l’idea di avvicinarla a casa avendola parcheggiata lontana la sera prima.
L’auto, una Twingo di 14 anni, non era però affatto d’accordo con il mio programma e così, invece di partire ruggendo con il suo potente rombo, decide di accogliermi con un basso mugugno morente per farmi capire che era giunto il momento di cambiare la, oramai, vecchiotta (ma neanche troppo!) batteria.
Sfruttando l’aiuto di un gruppetto di nerboruti autisti dell’ATAC, conosciuti qualche giorno prima a seguito di una loro “asportazione involontaria del fanale della suddetta Twingo” riusciamo a far ripartire a spinta la macchina e così ne approfitto per andare a cambiare la batteria nella vicina officina.
Dopo aver completato il cambio, essendosi fatto tardi, decido di andare dall’oculista in auto riuscendo, così, ad arrivare poco prima dell’appuntamento. Sforzo inutile perché mi viene fatta fare una lunga anticamera prima di essere visitato.
Il bello viene ora.
Dopo aver terminato la visita, con le pupille così dilatate dall’atropina da poter vedere distintamente l’Uomo Nero in una notte buia e senza stelle vado dalla segretaria per pagare e per chiedere la ricevuta e la giustificazione per l’ufficio.
La segretaria era al telefono con un signore anziano che urlava così forte, ripetendo ciclicamente le stesse cose, da poter essere udito fino alla città vicina.
Segretaria rivolta a me: “Sono 100€“
Io: “Si … ma …“
Segretaria interrompendomi per parlare al telefono: “si si … ho capito … non si preoccupi“
Segretaria rivolta a me: “Sono 100€“
Io: “Ok … ma …“
Segretaria interrompendomi per parlare al telefono: “ma nooo … nessun problemaaaaa …“
Segretaria rivolta a me: “Sono 100€“
Io: “Ho capito … però …“
Dopo aver ripetuto per varie volte questo scambio di battute la segretaria si decide ad attaccare consentendomi di passarle il bancomat e chiederle la fattura e il certificato.
La segretaria mi guarda come se stessi cercando di pagarla con una fetta di mortadella e mi fa presente che loro non hanno il POS.
NON HANNO IL POS!
Ma io avevo usato i contanti per la batteria per cui mi faccio dire dove trovare il bancomat e schizzo fuori lasciando tutto in sala di aspetto.
TUTTO!
COMPRESI GLI OCCHIALI DA SOLE che uso abitualmente fino a sera perché anche la luce tenue del crepuscolo mi disturba … figuratevi quanto potesse darmi fastidio la luce del giorno senza occhiali e con la mega pupilla dilatata.
Ovviamente la giornata era una delle più luminose degli ultimi mesi per cui mi aggiro come un tossico barcollando per le vie del quartiere camminando con gli occhi ridotti a una sottilissima fessura infuocata e lacrimando come un panetto di burro all’inferno senza neanche sapere bene dove andare quando, infine, mi appare come una oasi nel deserto il bancomat!
Il bancomat é, ovviamente, con lo schermo accecato dal sole e a me non resta che buttare ad indovinare i tasti da premere.
Dopo qualche tentativo durante i quali ero fortemente e disperatamente tentato di chiedere aiuto ai passanti ne esco vittorioso e, piangendo come un naufrago che ha appena visto una nave all’orizzonte, corro nuovamente dall’oculista.
Preferisco omettere i dettagli di come ho guidato per tornare a casa … non vorrei che questo post diventasse una confessione per le forze dell’ordine!