Non ci rimangono molti altri templi da visitare e nella mattinata andiamo al Wat Chedi Luang, dalla cui enorme stupa spuntano 4 grossi Buddha d’oro, e il Wat Chiang Mun con bellissime decorazioni a forma di elefante.
Prima di dichiarare chiusa la visita della città approfittiamo del tempo libero rimasto per andare al Chiang Mai Art Museum che offre dei simpatici filmati sulla storia moderna della città e alcune ricostruzioni di ambientazioni delle case e delle strutture in uso nei secoli scorsi ma soprattutto – cosa che ci é piaciuta maggiormente – un’aria condizionata bella potente.
Per pranzo sperimentiamo una pizzeria vegana con ottimi risultati: prendiamo una margherita e una hawaiana (prosciutto e ananas su base margherita) entrambe squisite e cruel-free.
Il pomeriggio é dedicato al relax con un salto in piscina e l’ennesimo massaggio.
Questa volta scegliamo il “Lila Thai Massage” nel quale lavorano donne che hanno passato un periodo in prigione e sono state formate dal “Chiang Mai Women’s Prison and the Institute of Skill Development” a fare massaggi.
Le ragazze si rivelano molto in gamba e il massaggio (questa volta scelgo di farlo solo sulla schiena e il collo anche se due dita a tradimento me le infila comunque sotto il piede) piacevole ed efficace.
La serata si chiude con una cena al ristorante “The Swan Burmese Cuisine” che offre una selezione di piatti birmani (i birmani in Thailandia sono circa 2,3 milioni) e che si chiude con l’immancabile banana fritta.